LA CORRIDA È UN RITO DI MORTE

Questa manifestazione è attualmente praticata prevalentemente in Spagna e in diversi Paesi dell'America Latina come MessicoPerùVenezuelaEcuadorColombiaCosta RicaPanamaBolivia e anche nel sud della Francia. In Portogallo si celebra in maniera leggermente diversa rispetto alla Spagna.

Torna a farsi sentire la voce dell’opinione pubblica, non solo gli animalisti e gli ambientalisti, contrari a questo rito di morte. Nel 2022 in Spagna le corride sono cresciute del 60 per cento rispetto al 2019 (anno del Covid) e si sono contati oltre 20mila Festival. In tutta la Spagna, con l’uccisione di tori, mucche, vitelli e buoi.

In questo rito di morte il toro viene continuamente incitato e alla fine viene ucciso. C'è Il rischio di incidente anche per i toreri e aiutanti, insito nello stesso concetto di corrida, ma è accettato dagli attori stessi. Nel corso degli anni ci sono state frequenti morti dovute alle scornate dei tori. 

Di incidenti e cornate è percorsa ogni stagione taurina in Spagna, Francia e America.  

Queste morti vengono taciute e tutto prosegue come prima, oppure si esalta il coraggio ed eroismo di questi attori. 

Fra i tanti casi, è stato il Poeta García Lorca, a ricordarci un matador famoso: 

il famoso letterato membro della generación del ’27 e torero Ignacio Sánchez-Mejías 

che morì nel 1934 a seguito di una cornata ricevuta 

nella plaza de toros di Manzanares (Ciudad Real) dal toro nominato Grenadino.  

Il poeta e amico scrisse l’elegia 

Llanto por Ignacio Sánchez Mejías 

considerato uno dei migliori testi poetici spagnoli nella quale celebra il torero e lamenta la sua perdita.

PROPONGO L'ASCOLTO DI UNA MIA NUOVA LETTURA

DEL TESTO ITALIANO 

REGISTRATA IL 29 DICEMBRE 2024

Ricordo che in rete ci sono altre mie letture  del medesimo testo del 1999, 

sull'esempio della declamazione di Arnoldo Foà contenuta nel Disco della Cetra, datato 11 Ottobre 1955.




L'INTERPRETAZIONE DI ARNOLDO FOA' 




LA MIA LETTURA (registrata oggi)
La mia voce di novantenne non è più quella di una volta, ma mi piace ancora registrarla e risentirla.

Le immagini che ho scelto per accompagnare la mia voce riguardano una delle tante recenti manifestazioni con i tori in una città spagnola. Non una vera e propria corrida con toreri, ma uno spettacolo con diversi tori infuriati in una piazza con pubblico, decine di giovani scatenati, recinti per il pubblico ai lati. 

LA MIA LETTURA del 1999



i”.

In maggio 2024 la stampa ha dato notizia che il governo spagnolo ha annullato il Premio Nazionale della Corrida e si è riacceso il dibattito sull'argomento. 

L’ARTICOLO DI SPAZIO 500 dell' 11 maggio 2024 di ANNA COSTALUNGA 

Venerdì scorso il ministro spagnolo della Cultura, Ernest Urtasun, ha avviato le procedure per l’annullamento del Premio Nazionale della Corrida, sottolineando che “la gente comprende sempre meno che si pratichi la tortura sugli animali e che ad essa vengono dedicati dei premi”. Da tempo nel paese tira una brutta aria per quello che è considerato il retaggio di una millenaria tradizione mediterranea (basti pensare agli affreschi del palazzo di Cnosso), simbolo per eccellenza dell’unità del Paese. Questa è la posizione delle organizzazioni patriottiche spagnole che interpretano il divieto delle corride dei tori nella regione della Catalogna, istituito nel 2010 per ragioni etiche, come un tentativo di ribadire l’indipendentismo catalano contro il governo centrale.

I tori, “alta cultura”

La decisone di Urtasun ha riaperto una questione che da qualche tempo infiamma le piazze e i media spagnoli. La corrida è ancora patrimonio storico e culturale della nazione spagnola, come afferma la legge del 2013? L’intellettuale Carlos Marzal, sulle pagine di El Pais, difende la tauromachia come un’espressione di arte e alta cultura paragonandola ad un quadro o ad una suonata di pianoforte. E le dà anche un significato epico, che ritrova nel coraggio del matador nell’arena, contrapposto al bisogno di una società desiderosa di animali domestici da “domare”.

Il sadismo non è arte

Di tutt’altro parere le società animaliste e i loro sostenitori. Per Ruth Toledano di Madrid Capital Animal, la corrida è ormai solo una forma di tortura, evidente davanti alla crudeltà del sangue e della sofferenza dell’animale. Del resto, afferma, molte espressioni culturali del passato oggi appaiono inaccettabili, soprattutto se creavano sofferenza. La corrida non è solo lo spettacolo nell’arena ma è anche una festa popolare nella quale si maltrattano gli animali anche prima dell’arena. Per etica, conclude, lo Stato dovrebbe smettere di sovvenzionare un’attività ormai retaggio di pochi intellettuali nostalgici e difendere la scelta di Urtasun di non premiare gli abusi sugli animali, presupposto di ogni società giusta.

Cosa dice la Chiesa

Già nel 1567, con la bolla “De salutis gregis dominici”, il Papa Pio V si era schierato contro “l’uso pagano di combattere i tori, considerando che quegli spettacoli in cui tori e belve si scontrano nella pubblica piazza non hanno nulla a che vedere con la pietà e la carità cristiana. E di voler abolire tali spettacoli cruenti e vergognosi, tipici non degli uomini ma del diavolo.” La bolla non fu diffusa dall’Impero spagnolo, dove il re Filippo II aveva promosso la corrida come festa nazionale. Papa Francesco I nell’enciclica “Laudato si'” individua negli abusi sugli animali violazioni indirette della dignità umana: “L’indifferenza o la crudeltà verso le altre creature finisce sempre per essere trasferita in qualche modo al trattamento che offriamo ad altri esseri umani. La stessa miseria che porta a maltrattare un animale non tarda a manifestarsi nel rapporto con le altre persone”.

Dalle piazze alla politica

Il dibattito tra difensori e detrattori della corrida si riflette anche tra i partiti politici spagnoli. Alcuni, come PP e Vox, la difendono come simbolo nazionale, altri, come Sumar, la coalizione di Urtasun, privilegiano il rispetto dei diritti degli animali. Questa polarizzazione attorno alla corrida riflette, come si legge su La Sexta, una società divisa, dove la tradizione si scontra con i valori etici e le identità regionali si scontrano con l’idea di un’identità nazionale unificata. Intanto per ben due volte (l’ultima lo scorso anno) l’Unesco boccia la candidatura della corrida a Patrimonio immateriale dell’umanità. Mentre è di pochi giorni fa la notizia che a Città del Messico il giudice ha sospeso le corride in città “per la salvaguardia dei diritti fondamentali, della vita e dell’integrità dei tori”.

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In rete ci sono altre interpretazioni in lingua italiana e molte in lingua spagnola, fra queste ho scelto una interpretazione con voce femminile dell'artista GABRIELA ORTEGA, condividendo le quattro parti in video separati. In calce ai vari post di YouTube si può leggere il testo in lingua spagnola.


La Cogida y la Muerte 


La Sangre Derramada 




Cuerpo Presente



Alma Ausente